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Cenni Storici sulla Colonia del Borgo

Origini della Colonia

Cantalice ed i suoi Gatti

 

L'abitato nucleo storico di Cantalice sembra esser sorto tra la fine dell'XI ed il XII secolo quando tre Rocche molto vicine tra loro  si fusero insieme in un'unico paese

Fu proprio in questo periodo storico che comparvero stabilmente  i primi gatti insediandosi nell'allora piccolo nucleo del paese.

 

 

San Francesco e Papa Gregorio IX

 

Viene facile pensare che in quei tempi, l'influenza ed il fascino che San Francesco esercitava sulle genti del posto non potè non portare beneficio al rapporto tra gli umani e gli  animali inclusi i gatti.

Come sappiamo Francesco dimorò per alcuni anni presso Greccio (dove oggi sorge un importante santuario francescano che ospita il suo antico giaciglio). Vagando per la valle Santa di cui Cantalice fa parte e predicando alle genti l'amore per gli animali in ogni loro espressione Francesco sicuramente si recò in quella Cantalice ancora primitiva trasmettendo loro l'amore per l'intero creato che includeva al suo interno un modo nuovo e piu umano di interagire con gli animali che furono elevati nel ruolo di  creature di Dio e come tali degne di amore rispetto e sentimenti.

 

Le cose però si complicarono qualche decennio dopo sotto il pontificato di Gregorio IX, quando  con la  Bolla Papale "Vox in Rama", i nostri amici furono travolti da una vera e propria campagna di sterminio senza precedenti nella storia umana.

In un primo momento riguardò solo i gatti neri, ma ben presto si estese a tutti loro indistintamente.

 

Questo antico  documento tuttora  conservato in Germania non decretava apertamente lo sterminio del felino, ma presentando inequivocabilmente il gatto nero come incarnazione o emanazione del demonio, dette il via ad una serie di libere interpretazioni popolari con esecuzioni di massa in tutta l'europa medievale.

Non è escluso che in quel periodo, come avveniva nella maggior parte dell'europa crisitiana i gatti venivano lanciati anche dalla torre del Cassero di Cantalice per provocarne la morte  in occasione delle principali festività religiose

 

Sebbene non si abbia documentazione in merito è ragionevole pensare che anche Cantalice ebbe il suo ruolo in questa storia portando quei pochi gatti superstiti ad abbandonare definitivamente il centro abitato per ritornare ad una vita totalmente forastica nelle boscaglie limitrofe al paese.

 

1300-1400 

 

Il  flagello dei gatti ebbe però ben presto conseguenze catastrofiche in tutta l'europa cristiana.

La loro assenza portò ad una crescita esponenziale dei ratti che prolificarono indisturbati per alcuni decenni sino ad innescare nel 1347 i primi focolai della "morte nera" la famosa epidemia di Peste Bubbonica che attraversò tutta l'europa uccidendo sino al 1353 almeno un terzo della popolazione del continente europeo.

La mappa ricostruita da antichi documenti e testimonianze mostra che anche le zone tra l'alto lazio e l'umbria furono pesantemente colpite da questa epidemia ed è quindi abbastanza probabile ipotizzare che in quel periodo cantalice pagò un pesante tributo all'ignoranza che regnava sovrana in tutta europa.

A quei tempi nessuno avrebbe avrebbe mai potuto collegare i due episodi perchè non era noto che il principale veicolo della peste fosse  proprio legato alle pulci che infestavano i topi e che ben presto si trasmisero anche all'uomo.

 

Ci vollero quasi altri 200 prima che in europa si comprendesse, nel 1500, la necessità di avere stabilmente dei gatti all'interno di una comunità.

Sebbene non vi fossero cognizioni mediche adeguate per identificare  le decine e decine di malattie indotte dai topi, si creò una coscienza popolare che identificava nel ratto qualcosa di nocivo che non si limitava al saccheggio delle scorte di cibo nelle case ma andava ben oltre provocando , attraverso le feci e l'urina, forme di contagio permanente degli alimenti.

 

I gatti iniziarono così ad essere progressivamente reinseriti e fu in quel periodo che comparvero le prime "gattarole" nei portoni di case, stalle e cantine.

Queste aperture rettangolari poste alla base delle porte (tuttora presenti in alcune abitazioni del borgo storico di Cantalice, erano un vero e proprio invito rivolto ai gatti al fine di permettere loro un libero ed incondizionato accesso all'interno delle case per un controllo demografico dei ratti. 

 

1500-1600

 

Nel 1500 iniziò quindi un rapporto di reciproco rispetto ed anche simpatia tra i gatti e gli abitanti di quella Cantalice così lontana nel tempo. 

Fu proprio questa salda amicizia siglata dai nostri avi l'arma principale con la quale Cantalice sconfisse una seconda ondata di Peste nel 1630 che dimezzò ancora una volta la popolazione dell'umbria e dell'alto lazio con focolari importati  a Perugia e nella vicinissima città di Rieti.

Cantalice era una cittadina isolata ed arroccata ma il suo ruolo di avamposto del Regno di Napoli ancora una volta rappresentava un richio per il possibile contagio portato da gente straniera.

Se da una parte  la malaria, che a quei tempi  infestava il bacino semi paludoso dello scomparso  lago velino (attuale piana reatina)  rendeva   difficile il commercio e quindi il contagio della Peste da Terni e Perugia, non si poteva dire lo stesso per il contagio proveniente dalla vicinissima  Rieti che distava meno di 10 chilometri.

Come sappiamo  i rapporti tra Cantalice e Rieti   a quei tempi erano ancora  pessimi dopo secoli di dure battaglie e guerre tra le due fazioni, ma questo non sarebbe bastato a scongiurare la peste perchè Pietro Ottoboni,  che a quei tempi governava la città di Rieti,  era riuscito a creare da quella città un corridoio di merci da e  verso il Regno  del Papato che attraversava sterrate e sentieri tra le montagne a ridosso di Cantalice .

In piena Peste nera quindi centinaia di carri con granaglie, frutta, verdure viaggiavano ai margini di Cantalice portando  con il loro un pericolosissimo carico di umani, alimenti e ratti che costituivano un triplice focolaio della peste.

 

Se quindi da un lato si può affermare che fu grazie ad un attenta politica di sorveglianza degli Avi Cantaliciani che nessun umano infetto varcasse una delle sei porte del paese, fu altrettanto certa e fondamentale l'opera dei nostri gatti Cantaliciani che impedirono la contaminazione della popolazione di Cantalice con i ratti presenti nei carri e negli imballi delle merci .  

 

 

1700

 

Con il XVII secolo iniziava per Cantalice un periodo di decadenza che culminava nel 1655 con le lotte intestine tra famiglie Cantaliciane (Lancia, Tafani, Marritto, Carbuglia). Lo scompiglio generale aumentava per le continue incursioni delle bande brigantesche che si andavano diffondendo nel territorio perché si pagasse loro i dazi doganali e non al regio tesoriere il fisco.

Qesto stato di cose dette inizio ad un progressivo abbandono di Cantalice da parte degli abitanti che non godevano più di quelle garanzie di sicurezza che per secoli avevano contraddistinto la cittadina.

 

Il Terremoto di Febbraio del 1703 fu poi il colpo di grazia che semidistrusse buona parte dell'abitato convincendo i Cantaliciani ad un esodo verso la valle ritenuta piu sicura.

 

 

1900

 

Questo progressivo abbandono perdurò e continuò sino a dopo la seconda guerra mondiale. Nel 1950 il borgo medievale di Cantalice era ridotto ad un paese fantasma abitato sporadicamente da una decina di anziani sparsi qua e la per i vicoli silenziosi.

Percorrerendo la vecchia  Cantalice negli anni 60 si incontravano interi vicoli disabitati le cui case, con le porte aperte contenevano ancora i mobili e gli utensili utilizzati dai loro ultimi abitanti. 

Per qualche strana ragione però i gatti dei Cantaliciani di allora non seguirono i loro padroni nella nuova avventura ma rimasero li a custodia di un paese vuoto e silenzioso.

Per oltre 40 anni furono  i soli abitanti di queste antiche dimore vivendo in autonomia e senza l'aiuto di nessuno.

 Come antichi Templari a guardia di un mondo medievale, i Gatti del Borgo di Cantalice continuarono a sorvegliare  i vicoli e le scale di pietra della nostra splendida Cantalice come avevano fatto già per ben ottocento anni.

 

Fu a partire dagli anni 1970 che il centro storico di Cantalice tornò a rivivere seppur lentamente con le case che venivano pian piano  ristrutturate e riabitate per lo più come seconde case o luoghi di villeggiatura.

 

2000

 

Oggi il Borgo medievale di Cantalice è ancora silenzioso e tranquillo come una volta ma a differenza del passato tutte le abitazioni sono tornate a nuova vita . Generazioni nuove percorrono le medesime scale di pietra dove sonnecchiano i discendenti di questa antica colinia felina pronti come sempre a fornirci  una nuova chance della loro  amicizia secolare con l'uomo.

 

Sono passati molti secoli dall'inizio di questa storia e forse ora siamo arrivati alla fine di un racconto a  lieto fine dove Gatti ed Umani torneranno a vivere con serenità ed allegria un amicizia secolare che è stata minata da fatti storici, climatici ed ambientali ma chè ha sempre continuato ad esistere per novecento lunghi anni.   

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